Dal 28 Ottobre al 2 Novembre, in Messico si celebra El Dìa del Los Muertos, una festa che commemora i morti ma celebra la vita. In questa fiesta, adulti, bambini e anziani si travestono e danzano, insegnando che la morte è solo un fenomeno passeggero che non va temuto ma semmai accettato.
Indice:
- Le origini del Dia de los Muertos
- Come si festeggia il Dìa de los Muertos?
- 5 curiosità sul Dìa de los Muertos
Le origini del Dìa de los Muertos
La fiesta de los Muertos, è una ricorrenza molto importante e sentita in Messico. A quanto pare, nonostante si festeggi nello stesso periodo dell’anno in cui i cristiani celebrano i defunti, el dìa de los muertos ha delle origini ancora più antiche rispetto alle nostre.
El Dìa de los Muertos risente infatti di un'influenza pagana, precolombiana, che vedeva la morte, intesa non come fine della vita, ma come rinascita e nuovo inizio. La festività insegna ad affrontarla come un passaggio transitorio che va accettato anziché temuto; le sue origini affondano infatti, sulle tradizioni delle comunità indigene dei Maya e degli Aztechi, che credevano che l'ordine cosmico si fondasse sul continuo alternarsi di morte e vita. Secondo queste culture inoltre, non esistevano i concetti di paradiso e inferno, ma piuttosto credevano che le anime avessero destini diversi a secondo del tipo di trapasso che avevano subito (fattore che verrà ereditato dal dìa de los muertos).
Con l'arrivo dei colonizzatori spagnoli nel XVI secolo, i riti Maya e Aztechi si fusero con quelli europei, facendo coincidere el dìa de los muertos (che prima si celebrava tra luglio e agosto) con la festa cattolica di commemorazione dei defunti.
Come si festeggia il Dìa de los Muertos?
Secondo la tradizione Messicana, è solo durante el Dìa de los Muertos che i defunti possono tornare in visita dai propri cari sulla terra. Per permettere ai defunti di ritornare nel mondo dei vivi, i messicani cospargono le lapide dei propri cari di decorazioni e fiori. Inoltre, vengono creati dei bellissimi e coloratissimi altari, che prendono il nome di “altar de muertos“, in cui vengono messe le foto dei defunti, i cibi preferiti che amavano gustare quando erano in vita, un bicchiere d'acqua per dissetarli e infine del sale, per proteggere il loro cammino.
Dal 28 al 2 Novembre, molte sono le celebrazioni e le feste organizzate nelle maggiori città messicane, inoltre, ogni giornata commemora diversi defunti a seconda del trapasso che hanno subito:
- il 28 ottobre ricorda chi è morto per incidente o cause violente;
- il 29 ottobre è dedicato ai morti per annegamento;
- il 30 ottobre celebra le anime solitarie o quelle che sono state dimenticate;
- il 31 ottobre si commemorano i bambini o gli adulti morti prima del battesimo;
- infine, il 1° novembre celebra i bambini morti e il 2 novembre è invece il giorno in cui i defunti giungono sulla terra.
La foto del defunto
Un altro particolare molto importante è la foto del defunto; senza di essa, secondo la tanto amata tradizione messicana, i defunti non riuscirebbero a trovare la via per tornare nel mondo dei vivi. È per questo motivo che infatti, viene adornata la lapide e l'altare con i fiori, per permettere ai morti di riconoscere e trovare così la strada di casa.
I dolci tipici della fiesta de los Muertos
Durante el dia de los muertos sugli altari vengono posti i cibi preferiti che i defunti amavano gustare quando erano in vita. Nonostante ciò esistono dei piatti tipici della festività che sono molto in voga tra gli altari, e sono:
Il "Pan de muertos": si tratta di un pane dolce con semi di anice, che varia in base alla regione.
I "calaveras", che sono i teschi zuccherati e personalizzati con inciso il nome del defunto.
I fiori che adornano le tombe e gli altari: i Chempasùchil
Per facilitare i defunti a ritrovare la via di casa, anche i fiori danno il loro contributo: i Chempasùchil, principalmente di colore giallo e arancione, sono tipici in Messico e vengono utilizzati soprattutto durante questa ricorrenza. La caratteristica principale di questi fiori è che emanano un fortissimo profumo, e ciò non è casuale, infatti secondo la tradizione, il loro profumo guida le anime affinché possano trovare più facilmente la via di casa.
5 curiosità sul Dìa de los Muertos
Ecco 5 curiosità che forse non sapevi sul Dìa de los muertos:
1. El dìa de los muertos patrimonio dell'UNESCO dal 2008.
La festività che celebra i defunti in Messico è diventata patrimonio dell'Umanità nel 2008, proprio perché è espressione della cultura di un popolo che nonostante le contaminazioni ispaniche, è rimasta sempre radicata all'interno della comunità messicana. Il riconoscimento vuole infatti essere un elogio a questa tradizione che ha origini antichissime e che tutt'ora è ancora molto sentita. Nella visione indigena, infatti, la morte rappresenta a tutti gli effetti un simbolo di vita. A differenza degli occidentali che concepiscono la morte come assenza, per i messicani il giorno dei morti significa presenza, per l'appunto vita, e per questo aspettano il ritorno dei loro cari defunti per offrirgli acqua, doni e ofrendas.
2. Il significato delle Ofrendas
Le ofrendas, altro non sono che le offerte, che vengono donate ai morti per aiutarli nel loro ritorno al mondo dei vivi:
- I fiori, servono per guidare con il loro profumo i defunti verso la via di casa;
- l'acqua serve per dissetarli durante il tragitto;
- candele e incenso servono per garantire al defunto di non smarrire la strada e che il suo percorso sia purificato dagli spiriti maligni;
- Papel Picado, una carta colorata, ritagliata a forma di teschio che rappresenta l’aria e la fragilità terrena;
- il pan de Muerto, un dolce di forma circolare, indica la ciclicità della vita, un qualcosa di continuamente in movimento e che non si arresta mai.
3. La Calavera Catrina: la signora della morte
La Calavera Catrina, il teschio femminile con abiti eleganti, è il simbolo per eccellenza del dìa de los muertos. In realtà la sua origine deriva dalla Dea Azteca Mictecacihuatl, regina degli Inferi che aveva il compito di proteggere le ossa dei morti.
La sua veste più famosa, nella cultura messicana, è quella creata dal vignettista José Guadalupe Posada, disegnata intorno al 1910-1913 e che originariamente era conosciuta come “La Calavera Garbancera”. Tutta vestita in abiti francesi era in realtà un'immagine satirica che voleva criticare l'appiattimento della cultura messicana a quella occidentale.
4. Il significato dei Calaveras
I calaveras, anche conosciuti come teschi messicani, sono ormai patrimonio dell'umanità. Caratterizzati dai loro colori sgargianti questi piccoli teschi, erano in realtà dei dolcetti che venivano donati e posti sugli altari durante el dia de los muertos. In spagnolo significa "teschi", sono un modo per riconoscere che la vita è sacra, e che “La Muerte”, è solo un rito di passaggio, non meno sacro della vita stessa. Secondo questa visione l’inevitabile non va temuto, ma semmai abbracciato e festeggiato. Più di ogni altra cosa, i calaveras ci ricordano di vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo, con gioia!
5. El dìa de los muertos come festeggiarlo!
Ci sono tantissimi modi per festeggiare il Dìa de los Muertos. Tra le possibilità, oltre a una bella vacanza in Messico, non è da escludere un tour organizzato che offre la possibilità di coniugare l'esperienza di festeggiare il giorno dei morti in Messico, con un'immersione entusiasmante della cultura del posto.