Premesso che mi piace davvero molto leggere e, in modo particolare, i libri gialli con una vena di rosa, recentemente mi sono appassionata ai libri della scrittrice Gabriella Genisi e alla “sua” Lolita Lobosco. Le indagini di Lolita Lobosco, per coloro non lo sapessero, sono ambientate a Bari e quindi dopo aver letto questi romanzi (e devo essere sincera, dopo aver visto quanto fosse bella questa città nella fiction trasmessa dalla Rai) mi è venuta voglia di andarci di persona. Ecco perché voglio raccontarvi la mia esperienza, e darvi qualche spunto su cosa fare a Bari in un giorno.
Bari è una delle più belle città della Puglia, ricca di storia, cultura e autentica bellezza mediterranea. Con il suo affascinante centro storico, i suoi sapori culinari e le sue spiagge mozzafiato, offre tante esperienze indimenticabili. E anche se la Puglia offre una meta perfetta per ogni tipo di vacanza, per visitare Bari non è necessario avere tanto tempo, anche solo un giorno può bastare per coglierne l'essenza e in meno di 24 ore questa città può regalare una giornata speciale.
Come arrivare e dove parcheggiare a Bari
Ci sono molti modi per arrivare a Bari, io ve li elenco tutti, anche se sono andata in macchina.
- In auto: se venite da Nord come me, vi consiglio di percorrere l'autostrada A14 e uscire a Bari Nord e seguire i cartelli che indicano la tangenziale di Bari verso Brindisi-Lecce-Taranto. Se invece venite da sud, ti conviene prendere l'autostrada A14 e uscire a Bari Sud e seguire i cartelli che indicano la tangenziale di Bari verso lo stadio, oltrepassare lo stadio e andare, inizialmente verso Brindisi, per poi invece prendere la direzione per Bari.
- In treno: la stazione di Bari Centrale è proprio in centro e una volta arrivati, vi consiglio di muoversi in autobus oppure a piedi. Per arrivare a Bari Centrale però, a meno che non veniate proprio dalle cittadine limitrofe, non ci sono treni diretti, perciò sarà necessario fare almeno un cambio.
- In aereo: se invece preferite viaggiare in aereo, l'aeroporto di Bari si trova nel quartiere Palese, che dista una decina di km dal centro. Una volta arrivati, ci sono diversi modi per raggiungere il centro.
- In bus: l’ultima alternativa, ma non per questo motivo meno valida, è quella di usufruire dei bus. Ci sono svariate compagnie e tra le tante segnalo, ad esempio, la Flixbus.
Dove parcheggiare
Se come me hai scelto l'auto per arrivare a Bari, per parcheggiare, vi consiglio di usufruire del servizio Park Ride in modo tale da lasciare l'auto e raggiungere il centro della città con un bus navetta. Il costo è di 1€ per l'auto e di 0.30€ a persona per il bus. Almeno questo è il costo che ho pagato per tutta la giornata quando ci sono stata. In ogni caso, vi consiglio di verificare sempre i costi prima di arrivare.
Cosa fare a Bari in un giorno
Divido la mia gita in due parti e alla mattina inizio, non potrei fare diversamente, con il magnifico lungomare che da solo meriterebbe la visita della città. Se hai la fortuna trovare una giornata soleggiata avrai modo di ammirare il mar Adriatico, di un azzurro intenso quasi magico.
Proseguo poi per il Molo Sant’Antonio, ma subito sono attratta dal Politeama Margherita in stile liberty che negli anni passati era il luogo centrale per il varietà anche a livello europeo.
Il teatro Politeama Margherita
Il Teatro Politeama Margherita è uno dei luoghi culturali più significativi di Bari, situato nel cuore della città. Inaugurato nel 1914, questo teatro storico è stato progettato dall'architetto Raffaele Santoro in stile liberty e rappresenta un gioiello architettonico che testimonia l'epoca d'oro della cultura e dell'arte nella città.
Con la sua imponente facciata caratterizzata da dettagli architettonici raffinati e una decorazione elegante tipica dello stile liberty e un interno altrettanto affascinante, con una sala principale che può ospitare un vasto pubblico, e la caratteristica di essere stato costruito su una palafitta, è unico nel suo genere.
Il teatro è stato intitolato a Margherita di Savoia, regina d'Italia fino al 1900, nota per il suo interesse e supporto alle arti. Nel corso degli anni, il Politeama Margherita ha vissuto diverse fasi storiche, affrontando periodi di decadenza e rinnovamento. Oggi, il teatro è stato restaurato e riportato al suo antico splendore, e continua a svolgere un ruolo centrale nella vita culturale di Bari.
Bari Vecchia
Camminando, arrivo nel quartiere definito la Bari Vecchia che è praticamente il centro storico. Si compone di un’infinità di vicoli in cui si riflette la luce in maniera molto particolare, dato che il pavimento è fatto di pietre di un bianco davvero bianco…Si tratta delle cosiddette “chianche”.
Arrivo quindi nella meravigliosa piazza dell’Odegitria e guardo estasiata la grande cattedrale. Ma prima di parlarvi della cattedrale, mi piacerebbe spiegare il significato di Odegitria che mi è stato rivelato da una suora che stava uscendo dalla chiesa, proprio mentre stavo per entrarci.
La leggenda dell'Odegitria di Bari viene fatta risalire al VIII secolo, quando durante il regno dell'imperatore d'Oriente Leone III l'Isaurico, la cristianità fu scossa dall'eresia iconoclasta, che portò alla distruzione di molte immagini sacre. Tra queste, si narra che si trovasse l'icona venerata a Costantinopoli, conosciuta come la Madonna dell'Odegitria, che rappresenta Maria che indica la Via, la Via al Cielo che è Cristo. La raffigurazione della Madonna era particolarmente venerata in un grande Santuario a Costantinopoli, al quale si accedeva attraverso una maestosa strada, simbolo stesso della Via Cristiana.
L'icona custodita a Bari oggi non è la stessa che risiedeva a Costantinopoli, ma la leggenda, tramandata nel Settecento e attribuita all'abate Calefati, racconta di due coraggiosi monaci che, consapevoli della minaccia dell'iconoclastia, decisero di trasferire l'immagine in un luogo sicuro. Imbarcati su una nave, furono, però, guidati dal volere divino sulle coste baresi, dove la Madonna decise di fermarsi.
Il vescovo di Bari dell'epoca, colto da una visione mistica, comprese che quella nave era portatrice di un dono divino. Accolse la Madonna dell'Odegitria e la portò con grande venerazione nella Chiesa Cattedrale di Bari. Da quel momento, l'icona divenne oggetto di intensa devozione e fu venerata come simbolo della protezione celeste e della via verso la salvezza.
La leggenda, tramandata attraverso i secoli, sottolinea il misterioso intervento divino nel trasferimento dell'icona a Bari e la sua destinazione finale nella Chiesa Cattedrale, dove continua ad essere venerata come un tesoro spirituale di inestimabile valore per la comunità e i fedeli della città.
Nella Cattedrale c’è anche la cripta, in chiaro stile barocco, dove si può ammirare la Tavola della Vergine dell’Odegitria.
Ma facciamo le cose con ordine e torniamo alla Cattedrale dedicata a Santo Sabino (XII-XIII secolo) in stile romanico pugliese, costruita sulle rovine di una struttura bizantina precedente. È un vero e proprio cammeo che non si può non visitare se vai a Bari.
Una particolarità di questa chiesa è il rosone che si trova sul pavimento, all’interno della chiesa, proprio ai piedi dell’altare che è tale e quale a quello che si trova sulla facciata e che nel giorno del solstizio d’estate si illumina. Proprio pochi minuti prima che il sole tramonti i raggi del sole riescono a combaciare alla perfezione l’ombra dei petali del rosone esterni con quelli interni. Un vero e proprio spettacolo!!
Per lo meno così mi ha spiegato sempre quella suora di prima e che approfitto per ringraziare ancora una volta per le spiegazioni assai dettagliate.
Molto particolare anche il finto matroneo. E la mattina è volata via veloce. Il tempo di rifocillarmi e poi si riparte per la seconda parte della visita alla città di Bari.
Il Castello Normanno Svevo
Nel pomeriggio ho visitato il castello Normanno Svevo che si trova nei pressi della Cattedrale. Si tratta di un bastione con pianta a trapezio e quattro torrioni angolari che furono voluti da Isabella d’Aragona.
Attualmente è sede di mostre temporanee.
Dal castello attraverso le viuzze che sono davvero perfette per fare una foto ricordo …
Sicuramente girando per le viuzze non potrai fare a meno di vedere le tante cappelle votive (per la Madonna e i Santi) e se contano circa 250.
Se ne vedono un po' in ogni angolo della città, sotto i balconi o sulle facciate delle case ma anche sulle case ma anche sotto le volte o negli androni dei condomini.
Sono fatte in un po' tutti i materiali (legno, marmo, metallo) e la particolarità è che sono spesso addobbate con dei pomodorini o dell’aglio ma anche con i classici centrini.
Chiesa di San Marco dei Veneziani
La mia tappa successiva è in vico San Marco, per una visita alla chiesa di San Marco dei Veneziani che è una delle chiese più antica di Bari. Questo antico gioiellino rappresenta un autentico tesoro di storia e devozione. Nonostante le origini incerte, la costruzione è attribuita al periodo tra il 1002 e il 1003, secondo alcuni, per commemorare la liberazione di Bari dai Saraceni, grazie all'opera del doge di Venezia Pietro Orseolo II.
La facciata della chiesa conserva ancora tracce del suo aspetto romanico, con una struttura a capanna caratterizzata da un tetto a doppia falda. La navata destra è purtroppo andata distrutta, mentre quella di sinistra, affiancata da un piccolo portale e da un rosone decorato, testimonia l'impegno di un medico barese che contribuì al restauro della chiesa in epoche passate.
L'interno, sebbene modificato nel corso del tempo, conserva la sua atmosfera suggestiva con pilastri robusti che sorreggono volte a vela e a botte. Qui si possono ammirare opere d'arte di diversi periodi, dalle tele rinascimentali a un Crocifisso ligneo proveniente dalla cattedrale di Bari, fino a lavori risalenti al XVIII e XIX secolo.
La Chiesa di San Marco dei Veneziani è un luogo che incanta con la sua architettura antica e le opere d'arte che raccontano secoli di storia e devozione. Un tuffo nel passato di Bari che merita di essere incluso nell'itinerario di chi desidera scoprire la ricca cultura e il patrimonio della città.
La Basilica di San Nicola
Ma il cuore di Bari è la Basilica di San Nicola. San Nicola è stato un personaggio in grado di unire sia cattolici sia ortodossi così come fedeli di altre religioni. Questo sacro edificio, a lui dedicato è una tappa imperdibile per chiunque desideri esplorare la ricca tradizione religiosa e culturale di Bari.
La Basilica di San Nicola ha una storia millenaria, risalendo al 1087 quando le spoglie del Santo furono traslate da Mira a Bari. Costruita in stile romanico, la basilica presenta una facciata imponente e un campanile che si ergono maestosamente nel panorama della città vecchia. L'edificio è un capolavoro architettonico, con archi, colonne e dettagli scolpiti che narrano la storia della fede e dell'arte medievale.
Entro, quindi, nella chiesa e mi dirigo alla cripta dove si trovano le spoglie di San Nicola. Questa cripta, situata sotto l'altare maggiore, è un luogo di pellegrinaggio per credenti e visitatori curiosi. Le spoglie del Santo sono custodite in un'urna d'argento, un capolavoro artistico che riflette la devozione e il rispetto per questo importante santo. Proprio qui c’è la “colonna miracolosa” che consigliano di sfiorare (seppur sia dietro un vetro) se sei alla ricerca del grande amore ….. in quanto San Nicola è il protettore delle ragazze in cerca dell’anima gemella…
Termino il mio pomeriggio di visita alla città di Bari, quasi quasi da dove sono partita, dato che mi ritrovo sul Lungomare Sauro con i suoi caratteristici quando inconfondibili lampioni “a candelabro” di colore nero e proprio qua si trova la Pinacoteca vale a dire il Palazzo della Città Metropolitana.
Nella Pinacoteca si trovano opere che chiaramente richiamano alla cultura della Puglia e giusto per restare in tema segnalo che la Pinacoteca è intitolata a Corrado Giaquinto pittore locale (è nato a Molfetta) del Settecento.
E anche questa mia gita è conclusa … Bari è bella anzi bellissima …
Tuttavia le vacanze hanno davvero una grossa controindicazione finiscono sempre troppo presto …
Cosa mangiare a Bari: i panzerotti fritti
Non puoi andare a Bari e non provare i panzerotti fritti che sono una vera e propria specialità.
In questa graziosa passeggiata per le vie di Bari, ho avuto l'opportunità di fare una piacevole chiacchierata con una gentile signora del posto accompagnata dalla sua cagnolina. Durante la conversazione, le ho chiesto consigli sul cibo locale, e con un sorriso contagioso, mi ha suggerito di assaporare i panzerotti con mortadella e provolone, definendoli "tipici". Una raccomandazione che si è rivelata azzeccata in pieno.
Curiosa di saperne di più sulla storia dei panzerotti, ho chiesto ulteriori dettagli a questa affabile signora. Con calore e passione, mi ha raccontato un'aneddoto che circola tra le persone del luogo, sottolineando che potrebbe essere solo una leggenda, ma che voleva condividere con me.
Secondo quanto mi ha spiegato, pare che molto tempo fa, in una delle panetterie locali, al fornaio fosse avanzato un po' di pane. In un gesto di creatività e sprezzo del cibo sprecato, il fornaio decise di sperimentare qualcosa di nuovo con quegli avanzi. Così, nacquero i primi panzerotti, una sorta di piccola pizza ripiena, che, a differenza della pizza tradizionale, veniva chiusa su se stessa e poi fritta.
Quella semplice iniziativa del fornaio locale, guidata dal desiderio di non sprecare il cibo, si trasformò nel tempo in una deliziosa tradizione culinaria che conquistò il palato di molti.
Oggi, i panzerotti sono diventati una prelibatezza apprezzata in tutta la Puglia e oltre. Molte panetterie e pizzerie offrono la loro versione di questo classico, e i panzerotti sono spesso serviti come street food in eventi e sagre locali.