Il viaggio che sto per raccontarvi l’ho fatto a Fuerteventura ovvero l’isola fortunata, un vero gioiello delle Canarie.
Qualche informazione utile per organizzare una vacanza a Fuerteventura
Il mio viaggio è durato circa una settimana, in questo modo si ha il tempo necessario per esplorare l’isola da nord a sud, avendo anche il tempo di ritagliarsi momenti di tutto relax sulla spiaggia.
Per arrivarci non servono tanti documenti. Essendo territorio spagnolo non serve né il passaporto, né il visto d’ingresso, basta solamente la carta d’identità valida per l’espatrio e in corso di validità.
Ho raggiunto l’isola in aereo, dato che le principali città italiane sono ben collegate con l’aeroporto che si trova nei pressi di Puerto del Rosario, la capitale dell’isola. Il viaggio in aereo è durato poco più di 4 ore, considerando che sono partita da Milano.
Volendo, si può arrivare anche con la Nave. In questo caso ti consiglio di prendere un traghetto per Tenerife. L’ideale è partire da Genova, Civitavecchia o Livorno. Una volta arrivati a Tenerife è necessario imbarcarsi su un traghetto interno diretto a Fuerteventura.
Una volta giunta a destinazione, ti consiglio di noleggiare un auto per muoverti, è il modo migliore per girare l’isola con i suoi 120 km di lunghezza. Vi assicuro che le strade sono abbastanza ben tenute, fatta eccezione la zona a sud, nel Parco Naturale di Jandia dato che lì le carreggiate non sono asfaltate.
Le tappe del mio viaggio a Fuerteventura
Fuerteventura mi ha stupito sin dall’arrivo in aeroporto: un balcone sul mare che mi ha permesso di ammirare la bellezza dell’Isola fortunata ancora prima di toccare terra.
Il tempo di sistemarmi e di riposare un poco e ho iniziato la mia esplorazione, decidendo di dividere l’esplorazione dell’isola in 3 parti: nord, centro e sud, dedicando due giorni al nord e al centro e uno al sud, più un giorno per riposarmi.
Due giorni a Nord
Puerto del Rosario è un gioiello incastonato lungo la costa orientale, protetto da una baia che ne esalta la bellezza.
Questa città, fondata nel XVIII secolo come Puerto de Cabras, è un perfetto connubio tra il pittoresco e il moderno, offrendo ogni comfort al viaggiatore. La città mantenne questo nome fino al 1956 e di lì a breve diventò un importante porto mercantile e qualcosa di quel periodo si può trovare negli edifici della zona del Porto Vecchio.
Se ti trovi in questa zona, una tappa obbligata è la Casa Museo di Miguel de Unamuno, un celebre pensatore spagnolo, testimone della storia e della cultura spagnola, relegato sull’isola dal dittatore Primo de Rivera nel 1924.
Proseguo poi verso il Parco Naturale di Corralejo dove mi sono immersa in un mare di dune modellate dai venti alisei, un vero paradiso per gli amanti del windsurf. E già che sono qui, non posso non andare a Corralejo, un tempo un borgo di pescatori, oggi è una vivace località turistica, con spiagge invitanti e un porto da cui partono escursioni all’isola di Lobos.
Correlajo è una località ricca di pub e ristoranti e ha una bella spiaggia proprio dietro alle casette bianche che si trovano di fronte al porto. Per andare a Lobos dal porto partono imbarcazioni turistiche ogni 60 minuti e in poco più di un quarto d’ora raggiungono l’isola. Così ne approfitto. Il costo del biglietto si aggira sui 15€.
Lobos è un santuario naturale, un vero e proprio tesoro disabitato, dichiarato riserva naturale dal 1982. Molto bello se ti piace nuotare perché qui puoi praticare snorkeling e ammirare ricciole, saraghi e branzini che nuotano e non hanno alcuna paura dell’uomo.
Rientrata sulla terraferma riparto, in auto, verso nord di Correlajo dove prendo una strada sterrata che mi porta alle pendici di un vulcano spento.
Lascio la macchina poco distante e arrivo al vulcano, Calderon Hondo, la salita tra rocce rosse e panorami mozzafiato è stata un’esperienza indimenticabile. Ma ti consiglio di indossare le scarpe da ginnastica, il percorso non è difficile, ma questo renderà più agevole l’escursione.
E come non visitare El Cotillo? Un tempo era solo un villaggio di pescatori, oggi è una destinazione affascinante, con il suo Faro del Toston che si trova non molto lontano dalla spiaggia locale, detta La Concha con la sua spiaggia bianchissima, dove ho concluso la serata con una cena a base di pesce freschissimo.
Due giorni al centro
Il centro di Fuerteventura custodisce le tracce dei Guanches, i primi abitanti dell’isola che venivano dal Nord Africa. La loro presenza è testimoniata da alcune pitture rupestri e dal vasellame ritrovato durante alcuni scavi archeologici.
Betancuria, così chiamata grazie all’esploratore Bethencourt (il primo che la occupò) fu il primo centro abitato dell’isola. Qui ho scoperto una vegetazione rigogliosa e architetture che raccontano storie di conquiste e di fede.
Obbligatoria una visita alla Cattedrale di Santa Maria, un tesoro di arte e storia, con i suoi fregi pastello e il soffitto a cassettoni.
La tappa successiva è stata Antigua dove ho visitato la Chiesa coloniale de Nuestra Senora, una bella chiesa in stile coloniale proprio nel cuore del paese e il Museo del Queso Majorero (Museo del Formaggio) dove ho imparato molto sulla lavorazione dei formaggi locali e ammirato un imponente mulino a vento.
Dopo, sono andata sulla spiaggia di Ajuy e le sue grotte mi hanno offerto un tuffo rinfrescante nell’Oceano. Adoro l’acqua e non appena possibile ne approfitto per farmi un bagno.
Il mio giro mi porta poi nella bella cittadina Gran Tarajal che mi ha sorpreso con il suo faro dall’architettura marocchina e una vista panoramica che rimarrà per sempre nei miei ricordi.
Un giorno a Sud
Andando verso sud si arriva a Costa Calma che mi ha accolto con la sua promessa di tranquillità. Playa Sotavento è stato il luogo perfetto per rilassarsi, lontano dallo stress della vita moderna. Questo posto è anche ottimo per fare windsurf.
L’ultima meta del mio viaggio a Fuerteventura è stata il Faro de Punta Jandia che è il punto più vicino all’Africa. Qui sono stata a la Casa di Joros, con la sua spiaggia di un bianco quasi accecante con il mare di un azzurro meraviglioso.
Molto belle anche le abitazioni dei pescatori e come non concludere in bellezza andando a mangiare un buon piatto di pesce, fronte Oceano?
La mia avventura a Fuerteventura si è conclusa, ma i ricordi e le emozioni che ho raccolto sono indelebili. Quest’isola è molto più di mare e spiagge, è un mosaico di paesaggi, storie e sapori che attendono solo di essere scoperti.